Principio ispiratore

"L'amore per la conoscenza riecheggia nei nostri cuori e nutre la grandezza dei nostri pensieri." Socrate

mercoledì 18 luglio 2012

Passaggi

Da quando sono passata di là, è la prima volta che rientro qui.
Ma proprio non mi ci trovo...

Ma lo tengo, perchè quelle quattro cacchiate che ho scritto qui, sono comunque una parte della storia.
Continuo sempre a seguire le persone che leggevo, perchè i bei racconti non si lasciano mai a metà.

Per te, amica mia: chissà... se mi trovi di là, magari cominci pure a commentare. ;-) Spero tu stia bene...

lunedì 7 maggio 2012

Ricordi. Belli.

Qualunque posto io abbia abitato, lì ho nidificato.
Dopo poco le stanze avevano il mio odore, i miei colori, erano mie come se lo fossero sempre state.
Poche erano le cose che avevano davvero importanza…il resto tutto intercambiabile… il resto tutto biodegradabile…ma nidificavo, come un diligente passerotto, stecchetto dopo stecchetto, personalizzavo pur sapendo che prima o poi avrei dovuto abbandonare quel nido. Fino a che non ho comprato casa. Un nido vero. Che non è quella dove abito, ma è quella di fianco a me, dove sta la mia mamma, e dove un giorno andrò a stare io.

E ricordo tutti quei nidi, am più di tutti, ricordo quello in cui ho vissuto una delle mie più grandi ed emozionanti delusioni della mia vita. Lui, l'agognato lui che aspettavo e guardavo da lontano da anni, durante una festa, si decise a venire verso di me.

E così, raccolto il coraggio, lei si staccò dal quel tavolino, un bel respiro profondo...e poi ...verso di lui, incontro a lui... riuscì anche ad accennare una riverenza, tutta protesa ad afferrare il più possibile di quel momento.
Il tempo di un soffio, e di lui solo il profumo dei giacinti, smossi al suo passaggio mentre si allontanava...
E così, il capo leggermente reclinato, gli occhi semichiusi, a fermare quel momento in cui almeno per un attimo era riuscita a sfiorarlo, e poi, si girò su stessa, e con un ultimo sguardo all'ombra che svaniva, raccolse ad uno ad uno i brividi e i sospiri e lasciò che il destino vincesse la sua battaglia.
Rientrò, sfinita, ma con il sorriso sulle labbra, ed il suo sogno che le ballava nel petto.

giovedì 26 aprile 2012

Primavera.

Primavera strana, in un clima diffusamente mesto dal punto di vista degli umori e delle libertà economiche sembra quasi che anche la natura si adegui rappresentandosi con meno vigore. O che siano i miei occhi, leggermente più stanchi del solito, a non riuscire a coglierne il solito atteso spettacolo,...non so, tant'è che il risultato è lo stesso: una primavera a mezzo servizio, rispetto alle migliori primavere che ho vissuto, un po' decolorata, un po' distante come se non mi riguardasse, come se non fosse un cambio di stagione, tanto che ancora tengo la sciarpetta di seta lucida attorcigliata al collo.

Inizio e non finisco, propongo e poi rifiuto, combatto e poi mi dico di arrendermi.
Questa scelta della macchina mi sta sfinendo...che poi non è la scelta della macchina, piuttosto qualche piccolo inghippo nel contorno...quelle solite mezze verità e quei necessari compromessi che somigliano sempre più a condizioni.

Poi mi esalto per la mia sigaretta elettronica, che cambia gusto ogni volta che lo desidero, e a chi mi chiede se ho smesso di fumare quelle vere, mi sento rispondere "No, non ho smesso ...ne fumo ancora qualcuna per evitare lo stress di avere smesso di fumare".

E poi mi esalto perchè sul susino ci sono ben 49 frutti.
E cucino come se non ci fosse un domani e non mangio perchè ho lo stomaco chiuso.

Questo periodo è come se sentissi il bisogno di un manuale d'istruzioni da dove leggere come usarmi.
 

venerdì 20 aprile 2012

Giorni melmosi

Raramente ho il malumore e ancora più raramente sono triste, tendo a ironizzare sulle sfighe e a non abbandonarmi alla disperazione.
Questi ultimi due giorni sono stati durissimi, per una coincidenza di eventi che non sono tanto vicini da colpirmi in prima persona, ma nemmeno tanto lontani da non farsi toccare.
Li butto giù così, senza tante parole: è mancato il papà di un mio carissimo vicino di casa all'improvviso; ho incontrato e chiacchierato con il papà del compagno di scuola della mia piccola a cui è mancata la mamma all'improvviso; un mio collega all'improvviso si è sentito male, ha avuto un infarto e l'han preso per i capelli; nella notte tra mercoledì e giovedì il boxer mascotte del villaggio residence in cui vivo ha avuto un ictus all'improvviso e ieri gli han fatto la puntura.
Lo so, toccate pure ferro, è che ci sono anche giornate così...e bisogna vivere pure quelle.
Ciò che succede poi, per lo meno a me, è che interiorizzi, nel senso che pensi che se questo cavolo di Improvviso dovesse decidere di fare qualche scherzetto anche a me..(tiè!!!) cosa ci sarebbe di non detto, di non fatto soprattutto con quella piccola donna che ancora sono convinta di poter accompagnare all'infinito?
Tanto il pensiero viene quando capitano cose così...è inutile. Poi, per fortuna se ne va e mi lascia in pace a godermi la vita.
Ma forse con un pizzico di consapevolezza in più, perchè tutte 'ste sfighe altrui mi hanno anche ricordato che non è il fatto che un giorno andrò via...il fatto è: cosa faccio finchè ci sono.
Ok. Il post funereo è finito e potete togliere le mani dalle tasche. Ma come ho già detto, non tutti i giorni sono fatti di tarallucci e vino.
Domani, però sì, perchè vado al Sealife Acquarium di Gardaland.
Olè.

martedì 17 aprile 2012

Ci penserò domani. Domani avrò più forza per sopportarlo.Rossella O'Hara di "Via col Vento"

Mi sono svegliata tardi e sono venuta in ufficio tardi. Il problema di noi nottambuli è che non abbiamo una regola. Chi è abituato ad andare a letto ad un’ora decente, tipo le undici, sa che se tira fino a mezzanotte, è già “tardi”. Per noi il “tardi” non esiste.
La sera mi perdo tra pagine e penne…la mattina mi ritrovo con un sonno perenne.
E stamani non ho nemmen sentito la sveglia. Che vergogna! Che infamia! Quando ho aperto gli scuri tutto già era in movimento…tutto era andato già avanti senza aspettarmi, e io ero lì rincoglionita e in pigiama, con la rabbia che saliva.
Ma non è questo ciò che mi fa sfrigolare i polpastrelli stamattina, è che aprendo la copertina dell’I-Pad sono entrata immediatamente nel mondo di Facebook, che nona vevo chiuso l’applicazione. Ed ho incontrato i miei amici di Facebook…
Non tutti eh, in particolare quei sette – otto che che davvero mi fanno scadere tutto il sistema, perchè poi son quelli che postano di più, coinvolgono, chiedono, iscrivono, notificano, taggano. Ecchccacchio! Ma è un lavoro! E’ la seconda volta che mi confronto su questo argomento e già la prima volta avevo scritto di aver notato che il social network tende ad amplificare ciò che si è: quindi se uno è un cretino, la cretinaggine viene elevata a potenza.
Nella fattispecie, non si capisce come facciano, ma questi miei amici hanno un’opinione ferratissima su qualunque argomento: costume, società, economia, ma soprattutto POLITICA.
Esprimono in maniera convinta tesi e soluzioni che davvero uno non capisce come facciano a non essere loro, lì a governare, dato che hanno tutto così chiaro e limpido. Forse io tendo ad essere troppo prudente ed evito di buttare i pensieri senza argomentazioni, che cadono dal cielo come verità indiscutibili, perché penso che ci siano argomenti su cui si può fare senz’altro la battuta, ma poi, se se ne vuole parlare, bisogna avere una base da cui partire che non sia la semplice sensazione a pelle.
Ma forse sbaglio, e non colgo il corretto significato dello stumento, che è solo un veicolo per aprirsi al mondo.
E’ che, a volte, quell’apertura fa intravedere solo la voglia di uniformarsi al pensiero dei più, perché bisogna dire in un certo modo ed essere più cattivi o più stronzi possibile.
E’ successo con la tragedia della Concordia…con i vari omicidi diventati delle serie a puntate come CSI…e tralascio la politica, che sennò sto qui fino a  stasera.
Polemica, stamattina?
E’ colpa del sonno e del fatto che è il 17.

lunedì 16 aprile 2012

Auto...


Week end interessante: ho visitato ben otto concessionari tra venerdì e domenica perchè devo mandare in pensione la Madama, ed ho iniziato a cercare una sostituta.
Il mio budget è limitato, perché non voglio fare finanziamenti (quelli che ho sono più che sufficienti), ma d’altra parte no ho grosse pretese: faccio non più di 6000 km l’anno, potrebbe andare bene anche un’Apecar.
Ho visto dei gioiellini, delle belle minimonovolume, e anche delle schifezze (a mio parere, è ovvio!).
Su una, però, mi sono venute le lacrime agli occhi; mi ci son seduta e mi sono sentita nel posto giusto; tutto sistemato dove io mi aspettavo che fosse, curata, piccola il giusto, consuma poco.
Blu o grigio antracite.
Ford Fiesta 2012 1.4 TDCI allestimento Titanium.
Non a caso ho messo in piazza questo mio nuovo amore: perché arrivi qualcuno a demolirla.

Che sennò entro la settimana me la porto a casa.

venerdì 13 aprile 2012

Silenzio

Oggi è meglio che io non scriva di ciò che è successo, perchè rischierei di dire cose di cui potrei pentirmi.
Dico solo che siccome quando mi arrabbio faccio dei bei ragionamenti sensati che mettono senza scampo i puntini sulle i, ma che poi me li dimentico quando mi passa la rabbia, oggi ho fatto una cosa che non avevo mai fatto: ho preso il telefono e mi sono registrata mentre buttavo fuori il mio ragionamento. Così…a futura memoria. Me lo riascolterò quando sarò più calma e lo trasformerò in un messaggio sereno e tranquillo, che vada all’obiettivo senza dare spazio a urla o parolacce.
A volte ci sono delle realtà talmente evidenti, chiare limpide, che penseresti che nessuno potrebbe mai metterle in dubbio.
Invece no. Arriva uno che davanti alla rotondità della palla, ti guarda e dice con schifo misto a pena: “Ma come fai a giocare con questa palla quadrata!”.
Quali parole si possono spendere per ribattere? Cosa dire?
Quindi, parlo con un telefono. Che è la stessa cosa. Almeno non usa espressioni che sotto la parvenza di massima comprensione (e anche un pò di indulgenza), nascondono invece le offese più grandi che io abbia mai ricevuto.
Ohhhhhh. Adesso sto meglio!